Bricco delle Viole
BaroloQuello che un modello 3D non riuscirà mai a rendere lo avete ora davanti agli occhi.
Chiamatelo genius loci, chiamatelo emozione, chiamatelo come volete, ma nel caso di Bricco delle Viole, e in parte anche delle altre MGA che vedete sul lato sinistro della strada, è ciò che a mio avviso più caratterizza questo cru. Più ancora dei suoli e della geologia (suoli evoluti su Marne di Sant’Agata Fossili laminate) e più ancora della distinzione tra parte alta e parte bassa della MGA, divise dalla sottile striscia di case giusto a metà l’area colorata in rosso.
A fare la differenza è la sensazione di apertura, di altitudine, di luminosità e di libertà che provo ogni volta che raggiungo la parte alta del bricco, da dove la seconda immagine è stata scattata. Una zona diversa come diversi sono i vini, più nervosi e fruttati rispetto a quelli che si possono ottenere per esempio a Fossati, che pure è a poche centinaia di metri di distanza e su terreni del tutto simili, e allo stesso tempo meno sottili e disegnati di un Barolo di Serradenari. Una zona da annate calde, verrebbe da dire, ma non è così, e ci sono molte bottiglie che possono testimoniare il contrario.
Assaggi consigliati
Barolo Bricco delle Viole – Casina Bric 460; Barolo Bricco delle Viole – M. Marengo; Barolo Bricco delle Viole – G. D. Vajra
Assaggi di riferimento
Barolo Coste di Rose – G. D. Vajra; Barolo Brunate – M. Marengo; Barolo Fossati – Cascina Adelaide; Barolo Serradenari – Giulia Negri