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La cosa più importante da specificare prima di iniziare è dove ci troviamo, anche se per molti appassionati risulterà evidente già al primo sguardo.

Nella prima immagine di sfondo il nostro punto di osservazione si trova infatti in prossimità del paese di Castiglione Falletto, quindi non lontano dal centro geografico della denominazione. Di sicuro in un punto in cui è possibile osservare con il giusto dettaglio buona parte della denominazione (vedi la seconda immagine) e dei cru più famosi, fatta eccezione per il versante occidentale di La Morra, Novello e Verduno, che si affaccia sul Monviso, la parte meridionale di Monforte d’Alba, che guarda verso l’Alta Langa, e il versante orientale di Serralunga d’Alba.

Ciò che a noi più interessa è però capire la struttura del territorio.

Come si può vedere nella terza immagine la zona del Barolo è caratterizzata da tre crinali principali che si sviluppano in direzione nord-sud. Il primo, in rosso, va dalla MGA Monvigliero, in comune di Verduno, fino a Novello, passando per la Morra e il Bricco del Dente, che rappresenta il punto più elevato del crinale stesso. Il secondo, in giallo, situato giusto nel mezzo e al quale si può aggiungere la dorsale che unisce il Bricco San Pietro alla MGA Preda (linea gialla tratteggiata), inizia invece nella parte più a nord del comune di Castiglione Falletto e termina in prossimità del centro abitato di Monforte d’Alba, passando per Bricco Giubellini e Bricco Bastia (quest’ultimo non visibile nell’immagine), che insieme a Bricco del Dente sono i tre punti più elevati della denominazione. Il terzo crinale, in azzurro, si sviluppa infine per la quasi totalità in comune di Serralunga d’Alba con quote altimetriche sempre crescenti mano a mano che ci si muove da Fontanafredda, a nord, fino ad Arione, a sud (non visibile nell’immagine, ma poco oltre Francia).

Tre crinali individuano poi a grandi linee due valli, bene evidenziate nella quarta immagine: quella di Barolo, delimitata a ovest dal crinale di La Morra e a est da quello di Castiglione Falletto, e quella di Serralunga d’Alba, delimitata a ovest dal crinale di Castiglione Falletto e a est da quello di Serralunga d’Alba. Come si può già intuire ad un rapido sguardo, la valle di Barolo è molto ampia, specie nella sua parte centrale e settentrionale, mentre quella di Serralunga d’Alba è molto più stretta e uniforme. E questo, come avrò modo di sottolineare nel capitolo Paesaggio e Microclima, può avere particolare influenza sulle epoche di vendemmia e sullo stile dei vini.

Sempre a proposito di struttura del territorio, dare uno sguardo anche alla quinta immagine può essere di ulteriore aiuto in quanto fornisce una visione ancora più ampia e completa della denominazione. Castiglione Falletto è ora sullo sfondo, mentre sotto di noi abbiamo Monforte d’Alba e Bricco Bastia, e dunque il punto più alto della zona del Barolo. A destra e a sinistra abbiamo invece la parte meridionale della denominazione, prima nascosta alla vista, che a differenza di quasi tutte le altre zone visibili si affaccia direttamente sull’Alta Langa. E anche questo, come vedremo, avrà i suoi effetti.

Altro punto strategico è poi la MGA Ravera, visibile nella sesta immagine, e in particolare le due colline di Cascina Nuova e Bricco Pernice che chiudono a sud la valle di Barolo separandola di fatto dalla parte meridionale della denominazione, in particolare dalla zona che dai Manzoni soprani (MGA Bricco San Pietro) va fino alla MGA Sottocastello di Novello.

Non meno importante è poi la settima immagine, che pur mostrando solo una parte del versante occidentale di Barolo, Novello e La Morra fa comunque capire come questa parte della denominazione non solo abbia una conformazione  molto più dolce rispetto al resto, ma sia anche rivolta in tutt’altra direzione, ossia verso le Alpi e l’ampia pianura del fiume Tanaro.

Fatta questa introduzione, veniamo adesso alle quote altimetriche.

Tornando alla prima immagine, e facendo un rapido confronto tra le zone più alte e quelle più basse, si può constatare come il dislivello possa arrivare a superare anche i 300 metri, che per qualsiasi vitigno, e per il nebbiolo in particolare, è senza dubbio un valore significativo.

Che effetti possa avere sul vino è presto detto. In linea generale, e a parità di esposizione, suolo e annata, possiamo dire che con il crescere della quota altimetrica i vini si caratterizzano per una nota fruttata via via più evidente, per un’acidità più vivace e per una struttura tannica meno imponente. Di pari passo l’epoca di vendemmia diventa invece sempre più tardiva.

Venendo all’esposizione, l’intervallo ottimale per il nebbiolo spazia da est a ovest passando per il sud. A parità di quota altimetrica, suolo, annata e pendenza del versante (ebbene sì, l’effetto dell’esposizione dipende anche da questo fattore!) possiamo dire che l’esposizione a est è di tutte la più fresca, mentre la più calda è quella a sud-ovest, anche se normalmente si è portati a pensare che sia il pieno sud ad esserlo. L’esposizione a est esalta il carattere fruttato dei vini, l’acidità e la freschezza dei tannini, mentre quelle a sud e a sud-ovest danno meno frutto, più alcol e un carattere tannico più terroso e austero. Il sud-est ha invece spesso più analogie con l’est che con il sud pieno, mentre l’ovest si esprime in genere con più calore dell’est e allo stesso tempo con minore intensità di un sud o di un sud-ovest.

Per avere poi una prova visiva e inequivocabile di come l’esposizione agisca basta cliccare sulle due immagini qui di seguito. Scattate una da terra e l’altra dal satellite (fonte Google), ed entrambe relative alla valle di Serralunga d’Alba, mostrano con chiarezza come le posizioni più calde, sud e sud-ovest, siano anche quelle dove la neve si scioglie per prima. Un effetto che mette oltretutto in particolare risalto una caratteristica tipica delle colline del Barolo, ovvero quella disposizione a spina di pesce dei crinali sulla quale avremo modo di tornare anche più avanti e che si può apprezzare anche nell’ultima immagine panoramica di sfondo.

        

Più complesso è invece è il discorso relativo al suolo e al microclima e per questo ho deciso di dedicare ad ognuno di essi un capitolo specifico.

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