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Un sito internet, lo sappiamo, non è come un libro.
Si entra in un punto a caso e si comincia a navigare a piacimento.
In più si è poco portati a leggere testi molto lunghi.

La mia speranza è che questo sito possa fare eccezione e che questa pagina, spesso ignorata ma nel nostro caso indispensabile, possa fare altrettanto.

Iniziamo dunque dal paesaggio.

Come alcuni di voi sapranno, in particolare coloro che hanno seguito i miei rari seminari in giro per il mondo, questa parola  è diventata con il passare degli anni la pietra angolare dei miei lavori di mappatura e di divulgazione.

Oggi più che mai sono infatti convinto che imparare a leggere e a interpretare il paesaggio permetta di apprendere tante cose su un vino e sulla sua zona di produzione, prima ancora di avere letto un solo libro su di essi (cosa per la verità tutt’altro che strana dato che rarissimi sono i libri che affrontano in modo convincente e approfondito il contesto in cui un vino è prodotto).

Il paesaggio ci parla di una cultura, e cioè di come l’uomo ha interagito con l’ambiente che lo circonda, ci parla dei diversi microclimi, attraverso sottili quanto inequivocabili cambiamenti nella vegetazione, e ci parla anche della geologia e dei suoli, attraverso di nuovo la vegetazione ma anche e soprattutto attraverso la morfologia del paesaggio stesso.

Per questo motivo nelle mie mappe e nei miei libri ho cercato sempre più spesso di abbinare alla descrizione di un territorio o di una sua parte anche una ricostruzione grafica tridimensionale. Per quanto accurata, la ricostruzione digitale di una o più colline non riesce tuttavia a trasmettere lo stesso calore e lo stesso dettaglio di un’immagine reale e per questo, dopo alcuni tentativi con la fotografia tradizionale, ho deciso di concentrarmi sull’uso del drone.

Una scelta che di per sé non rappresenta una novità, visto che i droni sono utilizzati già da alcuni anni per realizzare, anche nel nostro settore, video davvero accattivanti e spettacolari. Video che tuttavia hanno un limite importante, almeno per quelli che sono i miei fini: alla bellezza delle immagini non associano infatti quasi mai dei contenuti e anche in quei pochi casi in cui ciò avviene la natura stessa del video obbliga alla visione completa della clip per capire se in essa ci sono informazioni di nostro interesse.

Nel caso in cui poi ciò accada, l’unico via per tornare sull’informazione cercata è quella di muoversi avanti e indietro lungo la timeline alla ricerca del momento esatto in cui essa si  trova. Il che a lungo andare diventa davvero frustrante (cosa che si può ripetere anche per le animazioni 3D basate su immagini satellitari, che di base sfruttano lo stesso principio).

La soluzione per ovviare a questo inconveniente è dunque trasformare l’utente da semplice spettatore a utente attivo, permettendogli di gestire le immagini e i contenuti in prima persona, e soprattutto nei tempi e nei modi che preferisce come se si trovasse dentro l’immagine o addirittura a bordo del drone. E questo senza far mai mancare un testo di approfondimento che faccia anche da guida ad ogni sezione, trasformandola così in un vero e proprio tutorial.

E a proposito di tutorial, rispondendo alle tante sollecitazioni ricevute in questi anni, ho pensato di compiere un passo ulteriore e di suggerire nella scheda di molte MGA uno o più vini per chi volesse esercitarsi e meglio comprendere lo stile della MGA in questione. Chiaramente si tratta di buoni vini, ma l’averli citati non implica che si tratti dei migliori in commercio, né dei miei preferiti o dei più prestigiosi. Semplicemente si prestano meglio di altri allo scopo. Inoltre è bene ricordare che il carattere di un vino, specie se si tratta di sfumature, si coglie con più facilità confrontandolo con un vino di un’altra MGA, meglio se dello stesso produttore. Per questo, laddove utile o possibile, ho indicato in aggiunta anche alcune etichette da usare come pietre di paragone.

In altre parole, la volontà che sta dietro questo tipo di approccio è quella di andare oltre lo stabilire ciò che è buono e ciò che è meno buono, cosa del tutto personale. Meglio piuttosto concentrarsi sulle differenze, memorizzarle e se possibile spiegarle. Solo così si può sperare di imparare qualcosa. L’importante è che il confronto venga fatto a parità di annata e con vini non troppo invecchiati, altrimenti si perderebbe la componente fruttata che spesso risulta invece uno dei fattori organolettici discriminanti.

Tornando ai testi, il sito ripropone solo in piccola parte i contenuti che potete trovare nei miei libri Barolo MGA Vol. 1 e  Vol. 2. Il suo scopo infatti  non è di abbellire quegli stessi contenuti con delle immagini, ma piuttosto di integrarli con quelle informazioni e osservazioni che solo un prodotto digitale così particolare permette di rendere e di sviluppare con la giusta efficacia (e senza l’assillo del numero di pagine, che superata una certa soglia rende un tradizionale libro difficile da maneggiare e economicamente non sostenibile).

A differenza di un libro, un sito può essere inoltre aggiornato, integrato e rimodulato a seconda delle esigenze. E così sarà fatto. Non con cadenza regolare, certo, ma sarà fatto.

Infine alcune brevi considerazioni sul materiale fotografico utilizzato.

Oltre a quanto già scritto, una delle idee di fondo è senza dubbio quella trasmettere la bellezza incomparabile di questi luoghi. Essendo tuttavia convinto che le immagini debbano essere al servizio dell’informazione e dei contenuti, e non viceversa, ho preferito puntare su fotografie che raccontassero prima ancora di stupire, sfruttando la capacità del drone di mettere in risalto quei particolari che quasi sempre vengono ignorati dall’occhio frettoloso del turista enoico.

Come si può bene immaginare, e per quanto veloci si possa cercare di essere, realizzare una copertura fotografica completa dell’intero territorio del Barolo richiede tempo e in questo stesso arco di tempo le condizioni di luce e di visibilità possono variare anche in modo significativo. Ne consegue che limitarsi ad una sola stagione e/o a precisi momenti della giornata per avere degli scatti tra loro esteticamente omogenei avrebbe costretto a tempi di realizzazione davvero troppo lunghi.

Necessario è stato quindi scendere ad alcuni compromessi sia in termini di stagioni (estate in prevalenza, ma anche autunno e tardo autunno) che di accuratezza tecnica (esposizione e risoluzione).

Per questo motivo vi chiedo di guardare con occhio benevolo ad eventuali imperfezioni o a arditi accostamenti tra stagioni, soffermandovi più sui contenuti che sull’estetica… che a conti fatti mi sembra comunque molto ben riuscita.

Giunti a questo punto altro non resta che fare alcuni doverosi ringraziamenti e fornire alcune altrettanto doverose avvertenze.

I ringraziamenti, come sempre, vanno ai produttori e ai tecnici che mai si stancano di soddisfare le mie richieste di informazioni, e con essi al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Non ultimi sono poi i tanti produttori e professionisti che oggi non sono più con noi e tra i quali ci tengo a ricordare con particolare affetto Beppe Colla e Armando Cordero.

Un grazie speciale lo devo tuttavia riservare a Gian Piero Romana e Edmondo Bonelli con i quali ho sviluppato la Carta Geoviticola del Barolo e che ancora oggi sopportano le mie telefonate e i miei messaggi a ogni ora del giorno e della notte, domeniche comprese. Inutile nascondere che da loro ho imparato moltissimo.

E ora le AVVERTENZE.

1) Per quanto accurati si possa cercare di essere, disegnare dei confini su immagini aeree a 360° non è cosa da poco e per questo, sia che si tratti di confini comunali o di MGA, sono da ritenere puramente indicativi. Nel caso di palesi errori chiedo fin d’ora perdono e anzi vi invito a segnalarli senza timore.

2) A proposito di confini, nel caso delle MGA ho evidenziato solo le aree vitate e non i loro confini effettivi, che quasi sempre comprendono anche zone destinate ad altre coltivazioni o al bosco, più raramente ad abitazioni.

3) Sempre in tema di confini, in alcune immagini panoramiche così come negli estratti della carta geo-viticola ho cercato di dare un’idea dei diversi tipi suolo o di formazione geologica che si possono trovare all’interno di una determinata area. Più ancora che nel caso delle MGA questi confini sono da ritenere puramente indicativi poiché le transizioni tra una formazione e l’altra o tra un suolo e un altro  avvengono in modo spesso sfumato e progressivo, generando quindi delle vere e proprie aree di transizione, come è il caso di molti vigneti storici. Va poi inoltre ricordato che il suolo, anche all’interno di zone indicate come omogenee è soggetto a continue sfumature, e questo sia per motivi naturali sia per l’intervento dell’uomo nei lavori di livellamento e scasso.

4) Il sito è stato pensato per essere visto su computer da tavolo, portatili e tablet in quanto necessita di tempo e di uno schermo ampio per approfondire i tanti dettagli. Se proprio hai necessità di vederlo anche su telefonino, ruotalo in senso orizzontale e assicurati di avere un buon segnale. A conti fatti, anche su uno schermo così piccolo, il risultato non è affatto male.

5) Alcune delle 170 MGA delimitate ufficialmente sono prive di un’immagine panoramica di sfondo. Ciò non è dovuto a una loro minore importanza, ma più semplicemente al fatto che ad oggi non sono ancora riuscito a produrre delle immagini soddisfacenti.

6) Non tutte le MGA hanno lo stesso grado di approfondimento, cosa che può dipendere da diversi fattori: estensione, complessità e in ultimo notorietà. Non escludo tuttavia ulteriori integrazioni laddove se ne presenti l’occasione o la necessità.

7) Per alcune MGA ho indicato anche i proprietari o gli affittuari dei singoli appezzamenti, sia che ne ricavino un vino in purezza oppure no. L’importante è che dispongano di una cantina. Come molti di voi sapranno le stesse informazioni si trovano anche nel mio libro Barolo MGA Vol. 1. Trasferirle dalla carta al digitale è un processo lungo e laborioso e per il momento ho deciso di farlo solo per quelle realtà in cui era materialmente possibile, ossia in cui i cambi di proprietà/affitto fossero meno probabili e soprattutto il risultato grafico fosse anche piacevole e leggibile (i Cannubi o le Brunate, per esempio, poco si prestano). Con il tempo prometto che ne arriveranno anche delle altre.