Vai al contenuto
Toggle menu

Per Menzione Geografica Aggiuntiva o MGA (abbreviata a volte anche come Me.G.A.) si intende un’area di produzione più specifica delimitata ufficialmente all’interno della zona  di produzione del Barolo DOCG come riassunto nella mappa riportata qui di seguito (tra parentesi, accanto al nome di ogni comune, è riportato il relativo numero di MGA). Semplificando, una MGA può quindi essere vista come l’equivalente dei termini francesi cru o climat.

Il sistema della MGA è stato introdotto con la modifica del disciplinare di produzione del 30 settembre 2010 ed è attivo dalla vendemmia dello stesso anno.

Anche se in letteratura può capitare di trovare numeri superiori, le MGA ufficialmente riconosciute sono 170, perché quelle che si sviluppano su due comuni sono da conteggiare chiaramente una volta soltanto. Ad esse vanno poi aggiunte le 11 Menzioni comunali di cui scriverò più avanti.

Dato che per tradizione la viticoltura a Barolo non è monovarietale, le MGA comprendono al loro interno sia vigne di nebbiolo destinate alla produzione di Barolo DOCG sia vigne piantate con altri vitigni. Allo stesso modo, per motivi che sarebbe lungo spiegare, le MGA possono comprendere al loro interno anche boschi e terreni destinati ad altre colture.

Le MGA – è importante sottolinearlo – non implicano alcuna superiorità a livello qualitativo. Questo significa che un Barolo che riporta il nome di una MGA in etichetta non è per forza di cose migliore o più pregiato di un Barolo con nome di fantasia o addirittura privo di nome. Nei fatti, per quelle aziende che li producono, i Barolo con indicazione di MGA sono di norma i più prestigiosi dei rispettivi listini.

Per quanto bizzarro possa sembrare, la legge europea impedisce l’uso contemporaneo di due o più MGA in etichetta, cancellando così di fatto la tradizione nobilissima e documentata del Barolo ottenuto dall’assemblaggio di più vigne. Per contro, nel caso le MGA appartengano allo stesso comune, in etichetta può essere specificato “Barolo del Comune di Barolo”, “Barolo del Comune di La Morra” ecc.

Pur se contraddittorio, la stessa legge che impedisce l’uso di due o più MGA in etichetta consente al produttore di aggiungere a un Barolo con indicazione di MGA fino al 15% di Barolo ottenuto da una seconda MGA.

E ora alcune AVVERTENZE

1) Per quanto accurati si possa cercare di essere, disegnare dei confini su delle immagini aeree a 360° non è cosa da poco e per questo, sia che si tratti di confini comunal, di MGA o di Vigne, sono da ritenere puramente indicativi. Nel caso di palesi errori chiedo fin d’ora perdono e anzi vi invito a segnalarli senza timore. 

2) A proposito di confini, nel caso delle MGA ho evidenziato solo le aree vitate e non i loro confini effettivi, che quasi sempre comprendono zone destinate ad altre coltivazioni o al bosco, più raramente ad abitazioni.

3) Siccome in questi anni ho ricevuto molte richieste in proposito, nelle schede di molte MGA ho pensato di suggerire uno o più vini per chi volesse esercitarsi e meglio comprendere lo stile della MGA in questione. Chiaramente si tratta di buoni vini, ma l’averli citati non implica che si tratti dei migliori in commercio, né dei miei preferiti o dei più prestigiosi. Semplicemente si prestano meglio di altri allo scopo. Inoltre è bene ricordare che il carattere di un vino, specie se si tratta di sfumature, si coglie con più facilità confrontandolo con un vino di un’altra MGA, meglio se dello stesso produttore. Per questo, laddove utile o possibile, ho indicato in aggiunta anche alcune etichette da usare come pietre di paragone. L’importante è che il confronto venga fatto a parità di annata e con vini non troppo invecchiati, altrimenti si perderebbe la componente fruttata che spesso risulta invece uno dei fattori organolettici discriminanti.

4) Sempre in chiusura di ogni singola scheda ho indicato anche la superficie della MGA e l’intervallo altimetrico. Per chi non conosce a fondo la regione un semplice numero rischia tuttavia di non essere di particolare aiuto. Senza un riferimento, tre ettari possono essere tanti come possono essere pochi, e lo stesso si può dire di una quota o di un dislivello. Per questo ho deciso di visualizzare quegli stessi numeri in due grafici i cui estremi sono rispettivamente: 1) lo zero e la superficie della MGA Bricco San Pietro (la più grande di tutte), per la superficie; 2) la quota minima e la quota massima all’interno della zona del Barolo, per la quota altimetrica (in realtà, per esigenze grafiche. il valore minimo è di una trentina di metri inferiore a quello reale).

5) Quanto all’epoca di vendemmia e alla geologia, se nel primo caso non c’è bisogno di particolari spiegazioni, se non che l’informazione è presente solo laddove ero in possesso di dati sufficienti per calcolarla, nel secondo gli acronimi utilizzati rischiano di essere parecchio oscuri. Per chi non si diletta di enigmistica o crittografia ecco allora alcune dritte per decifrarli: AD Arenarie di Diano; CLM Conglomerati di La Morra; FCSm Formazione di Cassano Spinola marnosa; FCSs Formazione di Cassano Spinola sabbiosa; FL Formazione di Lequio; MP Marne Plioceniche; MSAl Marne di Sant’Agata Fossili laminate; MSAs Marne di Sant’Agata Fossili sabbiose; MSAt Marne di Sant’Agata Fossili tipiche; VG Formazione della Vena del Gesso.

6) Alcune delle 170 MGA delimitate ufficialmente sono prive di un’immagine panoramica di sfondo. Ciò non è dovuto a una loro minore importanza, ma più semplicemente al fatto che ad oggi non sono ancora riuscito a produrre delle immagini soddisfacenti.

7) Non tutte le MGA hanno lo stesso grado di approfondimento, cosa che può dipendere da diversi fattori: estensione, complessità e in ultimo notorietà. Non escludo tuttavia ulteriori integrazioni laddove se ne presenti l’occasione o la necessità.

8) Per alcune MGA ho indicato anche i proprietari o gli affittuari dei singoli appezzamenti, sia che ne ricavino un vino in purezza oppure no. L’importante è che dispongano di una cantina. Come molti di voi sapranno le stesse informazioni si trovano anche nel mio libro Barolo MGA Vol. 1. Trasferirle dalla carta al digitale è tuttavia un processo lungo e laborioso e per il momento ho deciso di farlo solo per quelle in cui era materialmente possibile, in cui i cambi di proprietà/affitto fossero meno probabili e soprattutto il risultato grafico fosse anche piacevole e leggibile (i Cannubi o le Brunate, per esempio, poco si prestano). Con il tempo prometto che arriveranno anche le altre.

9) Infine, in più di una scheda, troverete citata la carta dei cru di Renato Ratti, che ritengo un documento imprescindibile per chiunque voglia approfondire l’argomento vigne e Barolo. Questa stessa mappa, in alta risoluzione, è scaricabile a cliccando su questo link.

 

Infine alcune precisazioni sull’uso della parola Vigna.

Come molti di voi sapranno un’etichetta di Barolo può riportare, oltre alla MGA, anche un altro nome preceduto dalla parola Vigna o, in alternativa, Vigne, Vigneto o Vigneti.

Al contrario delle MGA, limitate in numero e superficie dal disciplinare di produzione, le Vigne non sono soggette da questo punto di vista ad alcuna restrizione (fatto salvo l’obbligo di essere registrate con nome, comune di appartenenza, foglio e particelle catastali, in un apposito elenco tenuto dalla Regione Piemonte a partire dal 1 agosto 2011).

Ne consegue che le Vigne ufficialmente riconosciute possono essere quindi viste come una realtà in continua evoluzione il cui peso finale, sia in termini numerici che di superficie, è al momento impossibile prevedere. L’assenza di regole più chiare, omogenee e restrittive fa inoltre sì che le aziende possano interpretare a proprio modo l’uso del nome Vigna, chi per esempio come un toponimo da condividere con altre aziende e chi invece – e sono la maggioranza – come un nome tradizionale trasformato in vero e proprio marchio aziendale, per quanto spesso legato al territorio.

Dal punto di vista formale, è bene infine ricordare che un nome di Vigna può essere utilizzato su un’etichetta di Barolo solo previa indicazione della MGA in cui quella stessa Vigna ricade o del Comune di provenienza delle uve (il che però non implica una superiorità qualitativa di un Barolo con indicazione di Vigna rispetto a un Barolo con sola indicazione di MGA). In tale caso, la resa in vigneto non dovrà essere superiore a 7,32 t/ha mentre la gradazione dovrà essere pari o superiore a 13% vol.